23 November 2008

Il MASTRO CESTAIO

CHE NEI SECOLI HA TANTO ONORATO FOSSATO SERRALTA.
Nella foto: cestai di Fossato Serralta rievocano il lavoro del tempo della propria giovinezza.

Di Mario Amelio
Scrivere del mestiere dei cestai fossatesi mi riempie particolarmente di gioia e commozione per il legame speciale che nutro per questa arte (come la definiscono gli anziani del paese) in quanto provengo da una storica famiglia di cestai.
Di recente anche la Pro Loco di Fossato Serralta, che ha fra gli assunti iniziali quello del recupero dell’identità locale sotto tutti gli aspetti, ha rivolto notevole interesse alla presa di coscienza della ricchezza di questo antico mestiere dedicandogli un appuntamento fisso il 14 di agosto di ogni anno.
E’ un’arte che ha portato lustro e dignità alla comunità fossatese, frutto dell’ingegno e della capacità manuale dei miei concittadini, arte che per intere generazioni è stata il volano dell’economia interessando in maniera trasversale la quasi totalità della popolazione, coinvolgendo con i tempi di lavorazione la vita della comunità, dettando quasi il ritmo degli avvenimenti sociali.
Adesso il mestiere non si pratica più, rimangono solo qualche attrezzo di lavorazione e qualche laboratorio in parte smesso e grazie all’aiuto delle testimonianze dei vecchi mastri cestai, e ai pochi documenti scritti, si può cercare di definirne la storia e la tecnica.
Non ci è dato sapere le origini ed il perché il mestiere sia nato a Fossato Serralta, né quando questo abbia avuto inizio; probabilmente ha ragione Francesco Capilupi che nella sua breve “Storia dettagliata del mestiere di sportaro o cestaio” giustifica ciò per il fatto che le popolazioni locali della Presila Catanzarese, intorno all’anno mille, rifugiatesi in montagna dopo le estenuanti e distruttive incursioni saracene, dovettero inventare dei mestieri che sfruttassero le potenzialità dei luoghi.
I fossatesi non avendo risorse particolari nel proprio territorio notarono come il legname dei pini delle foreste della Sila fosse particolarmente spaccabile e pieghevole, tanto da prestarsi ad essere ridotto in fogli più o meno sottili e facilmente lavorabili. Intorno a questo, sviluppando una notevole capacità creativa e operosa, realizzando sporte e ceste per tutti gli usi; diventando nel corso dei secoli, in questo mestiere, degli specialisti particolarmente apprezzati.
Inizialmente si operava lo sfogliamento del legname a mano, successivamente, probabilmente all’inizio del novecento, fu inventata la “macchina dei pacchi”, sicuramente a opera di un fossatese. Pare che inizialmente fosse in legno e manuale, poi, successivamente, elaborata in acciaio (sempre manuale) e infine elettrica. Per la quasi totalità venivano fabbricate in una cittadina pugliese: San Giorgio Ionico.
La gestione era del tipo familiare coinvolgendo nelle varie fasi di lavorazione la totalità dei componenti con orari di lavoro massacranti: dalle prime ore del mattino fino a sera inoltrata. I luoghi di lavoro erano organizzati nei magazzini delle abitazioni, i cosiddetti “catoi”.
Per approvvigionarsi del legname si partiva per i boschi della Sila subito dopo la festa di San Francesco Di Paola, Protettore del paese, la seconda domenica dopo Pasqua, allontanandosi per lunghi mesi di lavoro con una grande quantità di provviste e con gli attrezzi necessari alla lavorazione.
Nel corso degli anni l’operazione di realizzare in montagna i pezzi di legname fu abbandonata con l’avvento dei mezzi di trasposto a motore che consentivano di trasportare i tronchi direttamente in paese, dove venivano successivamente ridotti nelle varie pezzature desiderate. Fino agli anni 70 il paese, per alcuni periodi dell’anno, era caratterizzato dalle torri di legname, posto ad essiccare, che definivano un paesaggio surreale.
Grande era la varietà dei prodotti di uso domestico, tanto preziosi che costituivano elementi essenziali nelle doti delle promesse spose, ma il successo commerciale avvenne in una esposizione commerciale a Roma dei pacchi per imballaggio: rettangolari e rotondi, di varia pezzatura con relativi coperchi.
Così lo sportaro fossatese divenne cestaio o fabbricante di cesti.
La notevole richiesta dei cestini per conservare frutta secca e per uso pacchi postali, (dovuto probabilmente alla leggerezza, alla resistenza, ed al fatto che permettevano la circolazione dell’aria), convinse molti fossatesi a trasferirsi per molti mesi dell’anno in Puglia, a Napoli, Reggio Calabria, Palermo. Si ha notizia che un fossatese fosse lavorante fisso presso il Palazzo Reale di Palermo, realizzando particolari cesti per imballare vestiti per l’allora alta borghesia palermitana. Si annotano trasferimenti di cestai anche a Roma e a Tunisi.
Con il passare degli anni, con l’avvento di sistemi più economici e forse più duraturi, la produzione dei cestini fossatesi si è progressivamente ridotta fino ad annullarsi del tutto, anche se la bellezza dei vecchi cesti, con il loro fascino di intrecci e colori, rimane ineguagliato.
Ora rimangono vivi i ricordi che hanno visto la Comunità Fossatese elevarsi economicamente, vivendo un periodo di benessere e prosperità. Sollevandosi dalla miseria, grazie alla propria creatività ed al proprio ingegno, alla propria capacità imprenditoriale; peregrinando con orgoglio in lungo ed in largo nel Meridione d’Italia; portando all’esterno della comunità il proprio prodotto: il prodotto del proprio lavoro, il frutto della cultura fossatese.
Un mestiere duro, forse qualche volta non appagante, ma dignitoso, che con orgoglio ha portato civiltà ad una intera comunità piena di fervore e essere operosità.
Cosa ci lascia questa storia oltre ai ricordi? Necessariamente ci insegna a affrontare la vita di tutti giorni con più tenacia, con maggiore fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità; a vedere il futuro con più ottimismo.
E’ una storia di successi e di vittorie di tutta la comunità fossatese, dove il benessere era diffuso. Non una storia di pochi eletti, ma la storia di tutti. Non una storia di semplici emigranti, ma di gente di rango, di emigranti che portavano lavoro.
Una storia vera.
Architetto Mario Amelio Vic. Pres. Pro Loco Fossato Serralta
Foto d'epoca - cestai di Fossato Serralta -

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