21 November 2008

Vecchie Misure in uso a Fossato

Si è perso anche il ricordo delle vecchie misure utilizzate dai nostri nonni per i liquidi, per i solidi, per elementi alla rinfusa, le misure terriere, di lunghezza, anche di tempo, vecchie misure in uso a Fossato Serralta (CZ).


Misure per l’olio
o Mianzu quartu dalla capacità di ¾ di litro;
o U quartu dalla capacità di 1 litro e ½;
o U micagnu dalla capacità di litri 2 e ½;
o U menzu cafizzu dalla capacità di 8 litri;
o U cafizzu dalla capacità di 16 litri;
o U bumbuluni dalla capacità di 3 cafizzi, ovvero 48 litri.
Misure per il vino
o U litru;
o A jaschetta che conteneva circa lt. 1.1/4;
o A lanceddha dalla capacità di litri 7,250, 8, 10 a seconda della località;
o A menza sarma dalla capacità di 120 litri e quindi 12 lancedhi;
o A sarma dalla capacità di 240 litri e quindi 24 lancedhi;
o L’utri (utilizzata per il trasporto del mosto), di pelle di capra o pecora rivoltata, dalla capacità di circa 40 litri.
Misure per l’acqua
Veniva usate le misure decimali ovvero il litro, nelle irrigazioni invece la quantità di acqua veniva calcolata a minuti o ad ore, oppure nelle campagne a “gebbia”, cioè le vasche di irrigazioni costruite per raccogliere l’acqua di sorgive nelle campagne.
Le misure per i materiali solidi.
o A Canna corrispondeva a circa 1,40 metri, la pietra per costruire i muri era misurata a canna, circa un metro cubo, anche le tavole per i solai, mentre “i sbarretti” venivano misurate a mazzi, così come le travi portanti dette ciauruni” e “i travi” per la copertura. “i ciaramidi” venivano misurate a carrata, cioè la portata di un carro trainato dai buoi;
o A sarma per la calce viva che corrispondeva a circa otto “cofiniadhi”, le gerle di verga non scorticata intrecciate a maglie sottilissime che non permettevano la fuoriuscita del materiale;
o U parmu corrispondeva a circa 26 cm.
Le misure per i terreni Una volta i terreni venivano venduti ed acquistati a:
o A tuminati (riportato proprio così in alcuni vecchi documenti notarili), corrispondente all’estensione del terreno con capacità di semina fino a “nu tuminu” corrispondente a 50 chili di semente. Il concetto di estensione per tutti i terreni era uguale ma la sua valutazione in danaro era in ragione della tipologia di coltura es. uliveto, seminativo, frutteto, agrumeto ecc. ecc. Si presume che la misurazione venisse determinata sul posto a mezzo del passo umano, variandolo opportunamente a seconda dell’acclività del terreno. Dunque le tomolate non avevano tutte la stessa estensione, non erano uguali nel senso strettamente matematico e giuridico, ma erano tali secondo il buon senso dei proprietari, venditori e compratori.
o Paricchiata cioè la giornata di lavoro di una “paricchia”, la coppia di mucche che aravano i terreni fino alla fine degli anni ‘50, sostituite poi con l’avvento del trattore.
Le misure di peso (l’attrezzo utilizzato era “a statja” ovvero la stadera che solo poche famiglie possedevano
o l’unza corrispondeva a 43 grammi;
o a libbra corrispondeva a 443 grammi per pesi superiori si usava “a pisa”;
o a pisa corrispondeva a 5 chili;
o u mienzu cantaru corrispondeva a 50 chili;
o u cantaru corrispondeva a 100 chili.
Misure dei prodotti da giardino
o u tuminu per le patate
o u carricu (il contenuto di due “cofineddhe” gerle di forma cilindrica circa 40 cm. di diametro e 70 cm. di altezza di canna e verga intrecciate utilizzate per la frutta, per l’uva
o a mbrazzata utilizzata per la legna o per la verdura di alto fusto per esempio i “i cavuli” il contenuto cioè delle due braccia di un uomo di media statura.

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